venerdì 26 giugno 2020

Il mitico 2020-


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Il mitico 2020!
                Nel far diventare mitici gli anni venti del Duemila in Carnia,  è stato determinante proprio il mitico anno  venti. L’anno disgraziato per eccellenza nella storia della Carnia, perché l’anno della pandemia da Coronavirus. Ma è stato proprio la disgrazia a motivare la ripartenza. Toccato il fondo non si poteva far altro che ripartire e si ripartì alla grande avendo come nuovo motore il Consorzio Industriale che dopo aver mutato il nome da Cosint a Carnia Industrial Parck decise un nuovo cambio in Agenzia per lo sviluppo economico della Carnia. Nomen est omen, dicevano i latini a dire che i nomi a volte sono presagio.
                In effetti avvenne che la nuova Agenzia affiancasse la nuova Comunità (che pure aveva cambiato nome ritornando allo storico Comunità di Carnia,  rinunciando all’orribile “unione territoriale), in un progetto a doppio motore, la Comunità quello del sociale, l’Agenzia quello dell’economico.
                D’intesa con la Regione che si lasciò coinvolgere nell’idea che in Carnia si sarebbe potuto sviluppare un modello si sviluppo delle aree montane da ripetere nelle altre zone montane della Regione, ma anche a livello nazionale, facendo, a sua volta, del Friuli Venezia Giulia un modello.
                Ovvia, ma finalmente decisiva, la scelta dell’Agenzia di mettere come premessa ad ogni possibile altra azione la realizzazione dell’infrastruttura telematica, arrivando a servire anche i casolari e le malghe.
                Ovvio ma rivoluzionario allo stesso tempo il piano dell’Agenzia per aver finalmente capito che non si parte dai settori, ma dalle risorse umane.  Non basta la leva finanziaria se, non trova un punto d’appoggio in un nuovo rapporto  della gente con il proprio territorio.  Da leggere non più come luogo da abbandonare ma luogo pieno di risorse, per chi le sa trasformare in opportunità d’impresa.
In questa ottica l’Agenzia:
1 – Ha continuato  ad operare come Consorzio industriale, in linea con quanto stavano facendo gli altri consorzi industriali e quanto prevedeva la legislazione regionale in materia.
2 – E’ diventata Ente strumentale della Comunità Montana e quindi attua progetti per conto della stessa.
3 – Si è proposta  come interfaccia sul territorio della Carnia degli Enti Regionali che operano per lo sviluppo dei vari settori, dall’agricolo all’artigianale e anche del turismo, diventando appunto leader d’un progetto integrato di sviluppo economico del territorio, affiancato a un progetto di sviluppo sociale gestito dalla UTI/Comunità Montana.
4 – Si è mossa come interfaccia sul territorio dell’Università di Udine  per progetti di ricerca applicata e trasferimento dei risultati della ricerca, facendo diventare  Amaro, (quindi la Carnia) il cuore ove s’incontra e diventa trasferimento tecnologico l’incontro della ricerca tra l’Università di Udine e quella di Klagenfurt in un rapporto stretto tra Udine e Villaco.
5 - E diventata Centro di Innovazione Tecnologica, incubatore di start up. Con il progetto Impresa&Casa ha offerto ai giovani imprenditori lo spazio per attivare l'impresa ma anche la la casa in Carnia ove venire ad abitare, recuperando e sistemando secondo le nuove esigenze abitative, in collaborazione con l'Ater di Udine, case storiche abbandonate
6 – Si è proposta  come interfaccia del sistema scolastico  locale per coordinare i programmi di alternanza scuola lavoro con l’obiettivo di promuovere una cultura che valorizzi il fare impresa come scelta di vita, mentre la Comunità entrava nelle scuole trasformando l’ora di cittadinanza in ora di “cultura d’impresa” per valorizzare il “fare impresa”.
                Fondamentale è stata l’idea di coinvolgere tutti i 28 Comuni portandoli a definire un progetto di sviluppo del loro territorio, coordinato dall’Agenzia e dalla Comunità, sull’esempio di quello di Amaro, considerato prototipo.

Amaro, cuore della Carnia.

                Il titolo era nato dall’immagine del’Autostrada vista come l’arteria polmonare  che porta il sangue per il rilancio della Carnia. Lo svincolo nella Zona Industriale di Amaro costituisce il cuore che pompa il sangue nell’aorta Amaro-Tolmezzo  dalla quale si diramano le arterie più piccole che portano il sangue alle Valli della Carnia.
                Dalla metafora alla realtà, come il cuore,  lo snodo di Amaro non attrae dalla Carnia, favorendo lo spopolamento, ma pompa attraverso la rete telematica idee, iniziative e risorse sul territorio.
                Per stare il linea con le terminologie in uso, Amaro prototipo di smart village per un sistema che fa della Carnia una smart land. Amaro  prototipo di Living Lab  "piattaforma sociotecnica con risorse condivise, un quadro di collaborazione e un contesto di vita reale, che organizza i suoi stakeholder in un ecosistema di innovazione che si basa su governance rappresentativa, standard aperti e diverse attività e metodi per raccogliere, creare , comunicare e fornire nuove conoscenze, soluzioni convalidate, sviluppo professionale e impatto sociale ”[ 

                Obiettivi.
1 – Valorizzare lo scambio Autostrada –territorio, cogliendo le opportunità che derivano dall’attraversamento dell’autostrada, sia sotto il profilo turistico che sotto quello industriale.
a)      Dal punto di vista industriale la zona di Amaro, attraversata dall’autostrada, può essere punto di incontro per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico tra le Università di Udine e Klagenfurt, tra Udine e Villaco
b)      Dal punto di vista turistico l’autostrada può aprire una vetrina sulla Carnia, con il conseguente invito a visitarla.  A questi fine  si prevede il recupero dell’Edificio Valli di Carnia, e la sistemazione urbanistica della zona, trasformando il Casello autostradale in una sorta di autogrill della Carnia e sulla Carnia
2 – Invertire la tendenza in atto allo spopolamento, con una politica di sviluppo che partendo dalla realizzazione d’una efficace rete telematica, favorisca il rafforzamento dei nodi periferici della rete, e quindi gli insediamenti periferici facendo della Carnia uno smartvillage.  L’immagine iniziale del cuore e del sistema sanguigno, viene calata sul territorio, attraverso la rete telematica a banda larga che spilla dall’autostrada e collega il territorio, recuperando e sviluppando il precedente progetto Mercurio.
3 – Promuovere lo sviluppo di un sistema turistico  basato sul cicloturismo, che ripeta l’immagine del cuore. Dal cuore di Amaro zona di scambio autovettura/bicicletta assistita, realizzare il diramarsi di una rete di percorsi: della Julia Augusta, (per Passo di Monte Croce e rientro da Tarvisio), dello Zoncolan, della Panoramica delle Vette, della Mauria e tanti percorsi minori. Amaro diventa il porto ove il cicloturisti lasciano l’auto, quando non arrivano a La Carnia in treno, o quando sono già in transito sull’Alpe Adria, per salire nei percorsi delle Valli di Carnia.
       La Carnia li accoglie sviluppando un sistema di ricettività diffusa di Alberghi diffusi, B&B e affittacamere.
4 – Anche a livello industriale fare della zona industriale di  Amaro un hub con spoke nelle diverse valli, da caratterizzare secondo le vocazioni (Paluzza-Secab) – Villa Santina (agroalimentari) – Ampezzo (indotto)
5 – Allargare la zona industriale di Amaro a quella di Stazione per la Carnia, creando il collegamento auto/rotaia interessante sia a livello industriale che turistico.
6 – In ultimo, ma in effetti per primo perché preliminare, ripensare allo sviluppo partendo dalla valorizzazione delle risorse umane del territorio, interagendo con il sistema scolastico in un piano scuola.
                In questo modo Amaro si è posto come Comune prototipo. Alla obiezione che non poteva esserlo  perché non ha la vocazione turistica,  che qualcuno ritiene asse portante per lo sviluppo futuro della Carnia.
                Pur con delle riserve su questo “asse portante” perché dei carnici si può dire tutto ma non certo che abbiano il senso dell’ospitalità alla base di questa vocazione,  comunque Amaro si  è posto come prototipo anche sotto il profilo turistico, immaginando delle azioni volte a favorire il turismo di giornata, a vantaggio degli ambienti pubblici locali. Un modello ripetibile su altra scala per la Carnia, per un turismo plurigiornaliero che favorisca lo sviluppo dell’imprenditoria della ricettività, affittacamere, B&B, alberghi.
                L’azione prevedeva di valorizzare il paesaggio e quindi la sentieristica che ne favorisce l’uso, come richiamo turistico. Applicando al territorio l’idea di internet of things,  si era fatto in modo che i sentieri parlino al turista. Agganciando il suo smarphone  il sistema spiega  ciò che si vede e lo suggestiona  con racconti  e leggende legati ai vari luoghi attraversati. In questo modo il turista viene indirizzato anche a utilizzare i servizi che offre il territorio.


                              

                 

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